martedì 25 novembre 2008

Gli uomini non sanno soddisfare le donne - da libero.it


La chiamano sindrome del vorrei ma non posso. Quando si ha voglia di fare l'amore ma qualcosa là sotto va storto. In una parola: cilecca.


Lei si sente rifiutata, indesiderata, non appagata e avvilita.
Lui umiliato, demoralizzato, imbarazzato, arrabbiato
. Eppure la voglia c'è, l'occasione anche, la passione non manca e neppure l'eccitazione se è per questo. Ma al momento buono, l'erezione - magari conquistata con qualche difficoltà - sparisce



Troppo impegnati a lavorare, navigare su internet, scrivere sul loro blog o a giocare con la playstation come se avessero 12 anni. L'accusa viene dalla sindachessa hot Clara Caverzan, che ha appena scritto un libro: "Desideria"


«Quelli di oggi non sono uomini, ma omuncoli». Clara Caverzan non fa giri di parole e punta il dito contro il maschio italiano. Sindachessa di Scorzè, industrioso centro della provincia di Venezia, 56 anni, separata, una figlia 33enne, la prima cittadina ha scandalizzato l'operoso Nord Est pubblicando un romanzo ai limiti del porno. "Desideria", Editing edizioni, è andato esaurito nel giro di 48 ore e la prima cittadina ora si gode le luci della ribalta sparando a zero sulle capacità degli uomini sotto le lenzuola.

«Ora si parla di sesso tra amiche più che altro per denunciare che non lo si fa più. La vita moderna uccide il sesso. Anch'io non ho più rapporti sessuali. Con tutti i miei impegni da sindaco...». E confida che non è corteggiata da nessuno, perché la sua carica spaventa gli "omuncoli". Li chiama così perché «uomini veri non ce ne sono più, gli uomini non sanno come soddisfare una donna. La verità è che non c'è più tempo per il sesso - afferma con fare sicuro - nessuno si ferma per provare un po' di piacere. C'è da andare in discoteca, gestire il proprio blog, navigare su internet, guardare la televisione o giocare alla playstation. Quante amiche mi dicono di non combinare più niente con il proprio compagno. La società è in agitazione, nessuno trova più il giusto equilibrio tra sesso e affetto. E questo va anche a discapito degli stessi maschi, perché quando una donna si sente amata fino in fondo riesce a dare tutta se stessa».

Il suo libro, che è già in ristampa, ha suscitato qualche risatina imbarazzata in paese e tra i colleghi del consiglio comunale, ma la Caverzan fa spallucce: «Perché non dovrei scrivere di sesso? Nonostante la rivoluzione femminile e il femminismo, ancora oggi non si riesce a parlare di sesso in maniera naturale, pare impressionante che un sindaco scriva di sesso, ma non siamo nel Medioevo, speriamo non mi mettano al rogo». E il tono del romanzo si intuisce fin dalla dedica: «Quando la tua gonna si bagnerà di s..., figlia mia, chiedi a tua madre come mandare via la macchia, ti consiglierà meglio di chiunque al mondo».

Anche sull'annoso problema delle dimensioni del pene la signora Clara ha da dire la sua: «Non è assolutamente vero che non contano nulla, per una donna è un trauma vedere che il proprio compagno ha dimensioni contenute. Diciamo che esiste un minimo sindacale e se proprio dobbiamo quantificarlo non potrei che dire almeno 20-22 centimetri». Ed è lo stesso pensiero della protagonista del romanzo, che parlando del proprio marito dice: «In quel momento mi sembrava come il suo pene: volitivo, coraggioso, istintivo, timido, baldanzoso, violento, forte, menefreghista, egoista, buono come il suo padrone quando è buono, ma anche menefreghista e onesto perché viene quando sente che sta per venire! Aveva il c... rosa, turgido, sottile... corto». I puntini di sospensione li abbiamo messi noi, naturalmente, perché la sindacessa non si fa certo di questi problemi: «Volevo scrivere sotto pseudonimo, ma è stato il mio editore a impormi di firmare il libro con nome e cognome. E sarò io la prima a scandalizzarmi se qualcuno avrà qualcosa ridire». Il maschio italiano è davvero così in crisi da meritarsi di essere bacchettato da una signora di provincia 56enne?

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